La PINZA è un dolce veneto di antichissima origine, un dolce rustico fatto con la farina di mais o il pane raffermo, tipico del periodo Natalizio e in particolare del giorno dell'Epifania.
Ogni famiglia ha la sua ricetta ed è un'ottimo modo di riciclare il pane "vecchio".
Di solito anch'io faccio la pinza con il pane rimasto ma questa volta ho voluto seguire alla lettera questa ricetta trovata sul libro "A tola co i nostri veci- La cucina veneziana" di M. Salvatori De Zuliani:
La "Pinza", la xe de sicuro uno de i più antichi dolsi de la Cusina veneta. I ghe ne fa diversi tipi e de diverse maniere (secondo i posti), ma tute le ga come base la farina zala e la farina bianca de fior. Questa la xe la risseta de la tradission venessiana: Impastar insieme mezo Kg de farina zala co 100 gr de farina de fior, 2 vovi, 200 gr de ùeta, 200 g de fighi sechi ridoti in tochetini, na bustina de lievito, un pugnetin de semete de fenocio, mezo eto de struto, un poco de late par bagnar la pasta (che la dovarà risultar piutosto tenara, dato che la farina zala, par cusinarse, la ga bisogno de sorbir tanto liquido). Metar el composto in t'una terina ben onta (megio una tortiera) e po cusinarlo a forno moderato. Far la prova de'l stecadente par controlar el punto de cotura; quando ch'el vignarà fora suto, voràdir che la pinza la xe cota. Se la magna freda o tepida.
La pinza è così risultata molto più rustica e friabile, decisamente diversa da quella che sono abituata a fare e a vedere in vendita dai fornai.
La farina di polenta ha mantenuto il suo bel colore giallo e la sua grana ha reso meno compatta la consistenza dell'impasto che pur essendo umida forse richiedeva più latte.
La ricetta non specificava la quantità da usare ne i tempi di cottura per cui ho fatto di testa mia, troppa la voglia di provare questa versione!!!
Con questa ricetta che ritengo sia ben rappresentativa della tradizione veneziana partecipo alla Rubrica "Idea Menù" che questa volta riguarda la cucina tradizionale.
- 500 g di farina di mais fioretto;
- 100 g di farina 00;
- 2 uova;
- 200 g di uvetta;
- 200 g di fichi secchi;
- 16 g di lievito per dolci;
- un cucchiaio di semi di finocchio;
- 50 g di burro;
- 450 ml di latte.
Mettete in ammollo l'uvetta nell'acqua per 15 minuti circa.
Tagliate a pezzetti i fichi secchi.
In una grande ciotola versate le farine, le uova, il lievito, il burro fuso.
Cominciate ad impastare e aggiungete un po' alla volta il latte a tempertatura ambiente.
Unite l'uvetta strizzata, i fichi secchi a pezzettini e i semi di finocchio.
Versate il composto in uno stampo rettangolare (30 x 20) e infornate a 180 °C per 40- 45 minuti circa (fate la prova dello stuzzicadenti).
Anche in autunno Venezia è bellissima !!!
Ecco il menù completo:
Antipasto Scarpasòt (Ricetta dell' Emilia Romagna)
Primo Gnocchi alla romana (Ricetta del Lazio - Roma)
Secondo Trippe alla sciabecca (Ricetta della Liguria)
Dolce Pinza veneziana (Ricetta del Veneto)
5° portata Rosolio al limone (Ricetta della Campania)
Ma lo sai che mi piace proprio tanto!!!!!!
RispondiEliminaNon l'ho mai assaggiata e non mi dispiacerebbe iniziare a recuperare!!
Mi piace l'insieme di ingredienti utilizzati.....
Devo provarla, deciso!!
Un bacio grande
Grazie Sabrina!!!
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Grazie Laura per le tue parole, mi sei tanto cara! Questo dolce è squisito, mi è capitato di assaggiarlo proprio a Venezia che adoro in qualunque stagione dell'anno. Una volta mi è capitato di vederla con una spolverata di neve: non la dimenticherò mai! Bacioni
RispondiEliminaInsolita con la neve....ma anche con la nebbia è particolarissima, con il sole poi....insomma bella e unica sempre!!!
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Non conoscevo questo dolce. Deve essere proprio buono. Ciaoooooo
RispondiEliminaSi poi fatta così è proprio particolare!!!
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Cara Laura, se non mi inganna la mia memoria, mi pare che anche nel trevigiano nel periodo natalizio si faceva la Pinza!!!
EliminaCiao e buon pomeriggio con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Caro Tomaso la tua memoria non ti inganna con qualche piccola differenza ma è sempre lei la buonissima pinza!!!
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ricordo di averlo mangiato tanto tempo fa,buono,somiglia anche molto ad una preparazione napoletano che faceva mia nonna,vedi l'Italia unita.Grazie ci si abbina bene il mio liquorino,ti abbraccio
RispondiEliminaGrazie....ora vengo a vedere il tuo liquorino!!!
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Un dolce da provare!
RispondiEliminaUn abbraccio
Grazie!!!
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Cara zampette, ti ringrazio di cuore per avermi riportato indietro di tantissimi anni, da quando ero una bimbetta titta gambe alla Pippi.
RispondiEliminaNonna di Padova e nonno di Rovigo che parlavano veneto.
La nonna faceva spesso la pinza, ma non so se era quella padovana, perchè come recita la poesia ogni zona aveva i suoi segreti e giustamente, come dice anche Tomaso, c'è anche la Pinza Vicentina, quella Triestina e chissà quanti altri metodi.
Ottima, la farò al più presto e grazie per la bellissima chicca che ci hai regalato.
Mi ci voleva proprio per tirarmi su il morale.
Grazie Rosetta sono molto felice che il mio post ti abbia dato queste belle emozioni, i ricordi e le sensazione legati a momenti e cose fanno sempre piacere.....ora non ti resta che fare la pinza!!!
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C'è chi soffre il "mal d'Africa" e chi il "mal di Veneto"...
RispondiEliminaSi capisce vero che questo post mi ha fatto venire gli occhi a cuoricino, ma anche tanta, tanta nostalgia! Mille grazie per la preziosa ricetta ed è pure gluten free!!!
Grazie, se non sbaglio hai studiato a Padova e allora questa ricetta ti ha fatto fare un bel tuffo nei ricordi, non mi può fare che molto piacere!!!
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l'ho conosciuto proprio sabato perchè Michele ne ha portato a casa un pezzo di quella preparata da sua mamma con il pane. Sono curiosa di assaggiare anche questa versione!
RispondiEliminaGrazie Linda, quella con il pane avanzato è quella più in uso ma mi piaceva provare questa con la farina di mais, ne vale la pena!!!
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Il racconto dialettale mi piace moltissimo! Amo le traduzioni, le ricette di famiglia e quelle antiche. Credo sia stupenda la versione che hai preparato e bella sostanziosa, adatta a chi lavora magari al freddo o a chi va a scuola. Brava davvero
RispondiEliminaGrazie Simona, anch'io leggendo la ricetta in dialetto ho sentito la voglia di preparare la pinza con quelle indicazioni....e non me ne sono pentita!!!
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Essendo veneta di origini non posso che amare la polenta in ogni modo e questa "pinsa" mi sa proprio che la proverò, grazie per la ricetta!
RispondiEliminaGrazie Zeudi....ma allora sei una "polentona" anche tu!!!
EliminaProvala sono sicura che ti piacerà molto!!!
Baci
Ha un aspetto davvero invitante..allungherei volentieri una mano x rubarti un quadrotto :-P
RispondiEliminaGrazie Consu, sono molto contenta che ti piaccia....è bella sostanziosa ma almeno senza zucchero!!!
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l'unica pinza che ho mai fatto è quella bolognese, non conoscevo questa verione. mi ispira un sacco, amo la farina di mais per i dolci. proverò :)
RispondiEliminaGrazie Federica e se vieni a Venezia non mancare di provarla!!!
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La pimza è un dolce golosamente rustico...anche la mia nonna la faceva e aveva la sua versione che somigliava abbastanza a quella che hai utilizzato, ti abbraccio!
RispondiEliminaGrazie Cristina, anche per te la pinza risveglia piacevoli ricordi!!!
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Interessante la storia, la tradizione e la ricetta: complimenti, ciao a prest:-)
RispondiEliminaFata C.
Grazie anche le ricette raccontano la Storia e le tradizioni ed è bello condividere!!!
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non conoscevo questa ricetta...mi piace moltissimo :-P
RispondiEliminami salvo la tua ricetta ma voglio provare anche l'originale appena vado a Venezia a trovare mia figlia che studia lì :-)
un abbraccio ^__^
Grazie, vedrai che non avrai difficoltà a trovarla, nella stagione invernale non c'è forno che non la venda!!!
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RispondiEliminaChe bel post e che buona la pinza. Bravissima Laura, un abbraccio
RispondiEliminaGrazie Lisa, immagino che tu la conosca bene!!!
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Che dolce particolare, non l'avevo mai sentito nominare. A parte l'uso di farine diverse, mi ha fatto pensare al castagnaccio. Amo di dolci poveri dalle tradizioni antiche.
RispondiEliminaCara Elena so quanto ami i dolci rustici per cui ti consiglio di provarlo!!!
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Non conoscevo questa ricetta e ora mi hai fatto venire una gran voglia di provarla!
RispondiEliminabaci
Alice
Grazie Alice, mi farebbe molto piacere se la provassi!!!
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Ben rappresentata con questa ricetta veneziana. La conoscevo per averla assaggiata dai nostri amici ristoratori Antica Besseta che festeggiavanoil 4/11 il loro anniversario di matrimonio ed io il compleanno. Non ho mai avuto la ricetta ora la copio. Grazie cara un baseto.
RispondiEliminaGrazie Edvige, sono contenta che ti sia piaciuta, così avrai modo di farla!!!
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io conoscevo questo dolce ricco e davvero goloso profumato e davvero molto nutriente! si scoprono un sacco di cose di questa nostra italia piena di tradizione in ogni nostra città o paese!
RispondiEliminabaci
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